Terapia chirurgica conservativa:
il mini-resettore da 5mm

Rispetto alla chirurgia isteroscopica con resettore classico di 9 mm, che richiede la dilatazione del canale cervicale e l'anestesia, il Mini-resettore rappresenta l'ultima importante novità nella chirurgia isteroscopica: il suo calibro ridotto (5,3 mm) e le caratteristiche strutturali ne consentono un utilizzo in vaginoscopia (senza speculum), senza dilatazione del canale cervicale, riducendo i rischi di perforazione uterina legati alle manovre alla cieca, diminuendo i tempi operatori e ampliando le possibilità chirurgiche.

Tutto ciò favorisce inoltre un ridotto disagio per la paziente, sia in termini di dolore postchirurgico, sia di disconfort nei giorni successivi.

Si tratta quindi di uno strumento mininvasivo, che rende possibile l'esecuzione di sempre più numerosi interventi in regime ambulatoriale per patologie molto comuni che, sebbene siano quasi sempre benigne, possono dare complicanze alla donna e vanno trattate.

Le patologie dell'utero che hanno una indicazione per il miniresettoscopio sono: i polipi sia endometriali che cervicali, l'istmocele, le sinechie, i setti e i fibromi (miomi) di piccole dimensioni.

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